19Apr
By: Innoveazine Acceso: Aprile 19, 2021 In: Innoveazine Comments: 0

Quali sono i maggiori poli mondiali per l’intelligenza artificiale? Stati Uniti Cina

l’Europa? Si muove qualcosa ma molto limitatamente.

Il problema risiederebbe nelle scarse risorse economiche ma anche alla distribuzione disomogenea e  dei talenti che lavorano sugli algoritmi, svantaggiati rispetto ai colleghi di altri Paesi.

 A dirlo è una ricerca di LinkedIn («AI talent in the Labour market», sviluppata in collaborazione con il World Economic Forum) che ha fatto il punto sullo stato del mercato del lavoro in Europa, nel settore delle intelligenze artificiali.

Negli Usa,  infatti, vengono assunte il doppio delle persone qualificate in tema di AI e machine learning (risorse che hanno competenze nell’ambito del calcolo statistico e nell’ analisi dei Big Data) nonostante la forza lavoro totale americana ne rappresenti solo la metà.

In Europa invece, due terzi delle figure professionali con competenze in materia di intelligenza artificiale lavorano nel settore tecnologico o in ambito accademico.

Uno stop all’innovazione da parte dei talenti dell’AI europei è da attribuire alla loro distribuzione non uniforme. La maggior parte dei talenti è infatti concentrata in Europa Occidentale ed, in particolare, nel Regno Unito (con una quota del 24%), Germania (14%) e Francia (12%).

Altri bacini importanti per densità di talenti rispetto alla popolazione attiva sono quindi IrlandaFinlandiaCiproLussemburgoSvezia e Paesi Bassi mentre l’Italia, in questa speciale classifica, si posiziona a un livello medio-basso, con un contributo (poco più del 7%) tre volte inferiore a quello britannico. Rispetto agli Usa, l’Europa si caratterizza anche per le diverse destinazioni che interessano i talenti dell’AI: se oltreoceano sono le startup e le aziende “native digitali” a dimostrarsi più propense all’adozione di queste tecnologie e conseguentemente ad addetti con le giuste competenze in questo ambito, nel Vecchio Continente sono soprattutto le grandi aziende che hanno già operato investimenti nel processo di trasformazione digitale ad impiegare il numero maggiore di talenti.

Una concentrazione importante di talenti si rileva inoltre nell’ambito accademico e della ricerca, e tale fenomeno è particolarmente diffuso in Italia e Spagna, a dimostrazione del fatto che – si legge nello studio – in questi Paesi le tecnologie dell’AI non sono ancora diffuse realmente nel settore privato (a differenza di Regno Unito e Irlanda, dove invece risiedono le sedi centrali europee di diverse multinazionali tecnologiche americane).

Nel campo dell’ Intelligenza Artificiale, solo il 16% dei lavoratori europei sono donne anche se L’Italia, per una volta, è in controtendenza in senso positivo con il 25%  di professioniste in questo settore.