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By: Innoveazine Acceso: Dicembre 13, 2017 In: Innoveazine Comments: 0

Come strutturare un sito per una SEO internazionale?

La maggior parte degli esperti SEO consiglia l’utilizzo di una sottodirectory.

Ma vediamo perché le altre due opzioni un dominio nazionale ccTLD ed un sottodominio vengono considerate svantaggiose.

ccTLD

I così detti domini nazionali ccTLD hanno senso sia per quelle lingue parlate solo in quel determinato paese (come ad esempio la Russia), sia per quei paesi (vedi la Cina) dove per indicizzarsi sul principale motore di ricerca, Baidu, è necessario avere un dominio locale.

Quando il contenuto è duplicato nel dominio principale, il ccTLD potrebbe perdere il fattore di posizionamento automatico che ciascun dominio ha con una posizione di ricerca di Google.

Per tutti gli altri paesi utilizzare un dominio locale oltre ad essere costoso e non proprio semplicissimo, potrebbe non garantire che gli utenti di un determinato paese vedano il dominio giusto.

Altra opzione da vagliare sono i sottodomini

dominiL’unico aspetto positivo di tale scelta è data dalla possibilità di creare specifiche sezioni linguistiche per ciascun Paese al quale il sito è destinato.

Di contro un sottodominio potrebbe essere considerato da Google come un dominio nuovo e quindi comportare la necessità di ricostruire la SEO partendo da zero.

In linea di massima gli aspetti negativi superano quelli positivi, ragion per cui non è considerata una scelta appropriata.

Come già anticipato la scelta più giusta sembra essere l’utilizzo di una sottodirectory.

Le sottodirectory hanno una facile implementazione, in quanto vengono aggiunte al sito principale. Inoltre anche per Google sono più facili da indicizzare perché vengono considerate al pari del dominio principale.

Inoltre Google consente di analizzare le singole sottodirectory grazie ad Analytics e Search Console.

L’unico svantaggio è che si potrebbe perdere l’aspetto locale nei risultati di ricerca.

Un consiglio quando si usano le sottodirectory è quello di utilizzare i codici di paesi comuni (es. FR per la Francia) così da facilitare il riconoscimento del targeting da parte di Google.